venerdì 7 novembre 2014

TEMPI NUOVI – segni di speranza nel cinema di oggi

Con un incontro pubblico presso il cinema Mignon giovedì 30 ottobre è iniziata la rassegna cinematografica promossa da Diocesi e Azione Cattolica di Mantova avente a tema la speranza.
Nell’introdurre l’evento Enzo Riccò ha ricordato la sfida intrapresa dall’Azione Cattolica già 25 anni fa che proponeva, nella stessa sala del Mignon, una serie di film per approfondire la riflessione e il confronto su temi non solo religiosi ma anche legati al vivere.
Dopo lo scorso anno dedicato, in linea con la Chiesa universale, alla fede, quest’anno si è scelto il tema della speranza sia per sottolineare la necessità di dare visibilità e slancio alle situazioni dove, rispetto al disorientamento, prevale lo sforzo e la determinazione della ricerca di senso, sia una visione del futuro che vince la tentazione diffusa di vederlo solo negativo, con paura e angoscia.
Il dott. Luciano Orsi, direttore della struttura ospedaliera di cure palliative, e mons. Paolo Gibelli, parroco e vicario pastorale per i rapporti col territorio, hanno offerto un loro breve e incisivo contributo.
Il pensiero di filosofi e persone di fede ha in comune un aspetto centrale: la speranza – virtù in se stessa difficile da vivere e dimostrare - è un valore per tutti gli uomini e le donne che vivono usando sia la testa che il cuore.
Il pensiero del medico, agnostico, è la constatazione che la speranza esiste e si concretizza nella trasmissione di valori legati alla convivenza: infatti essi hanno senso e significato indipendentemente dal contesto e dal patrimonio culturale di ciascuno. Due le conseguenze sottolineate: riscontrare che nell’animo umano vi è la tensione di lasciare il mondo migliore di come lo si è trovato; l’essere tolleranti con il pensiero e l’etica altrui porta ad un confronto che infonde energia, ricchezza e vivacità (anche se al costo di fatica, dubbio, incertezza …).
Il sacerdote mette in risalto il tema come sfida per la Chiesa e per i credenti nei tempi in cui viviamo. Ripercorrendo la vita e la testimonianza dell’ebrea Etty Hillesum, del protestante Bonhoeffer, dell’ortodosso Silvano dell’Atos si rende evidente che anche nelle situazioni più buie e negli inferni del nostro tempo è possibile sperare e portare speranza.
Anche la Sacra Scrittura riporta varie situazioni di perdita di libertà e di speranza: nel momento della Resurrezione di Gesù, dopo la sua morte e la desolazione della tomba vuota in cui si fa lutto anche delle nostre “speranze piccole”, nasce la Speranza nuova, che muta il pianto in sorriso.
Il numeroso pubblico ha infine potuto gustare un film in anteprima, in uscita nelle sale a metà novembre: “Sarà un paese” di Nicola Campiotti. Lo sguardo sorridente e curioso di un bambino di 9 anni indaga varie località e situazioni problematiche dell’Italia. Avvenimenti, cultura, natura, esempi concreti di passione e impegno personale e civile lo convincono della bellezza di crescere nel nostro paese.
La rassegna cinematografica prosegue con altre 7 pellicole in programmazione nelle giornate di martedì (dal 4 novembre al 16 dicembre) alle ore 18 e alle ore 21 con tessera al costo di € 20 (ingresso singolo € 7).
Il film previsto per il 9 dicembre “E fu sera e fu mattina” di E. Caruso sarà introdotto dall’intervento del vescovo Roberto “Crisi e nuovi segni di speranza nel nostro tempo” (ore 20,30).
Lo spazio del confronto, oltre alla piazzetta antistante il cinema, si estende grazie al blog appositamente aperto: http://tempinuovidisperanza.blogspot.it/ (cui si può accedere anche dal sito dell’Azione Cattolica di Mantova) è possibile trovare anticipazioni, commenti e postare i propri pensieri dopo la visione.


(Cecilia Gavioli)

2 commenti:

  1. mi e' piaciuto tanto. Mi intriga soprattutto serena e la sua scelta di scrivere sul suo pc la soluzione del caso. Ha fatto in modo che il padre la vedesse. Con che faccia poi andava a trovare Luca in prigione se lo aveva fatto condannare lei? I realta' ha liberato Luca da suo zio. Serena e' una figura positiva: aveva su di se' le attese di tanti, ha saputo rinunciare alla comodita' di essere nella famiglia Bernasconi per scegliere l'autenticita' con Luca. Positiva anche la psicologa.
    Gli altri personaggi sono un misto di cinismo e ipocrisia, maschere....

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  2. mi e' piaciuto tanto. Mi intriga soprattutto serena e la sua scelta di scrivere sul suo pc la soluzione del caso. Ha fatto in modo che il padre la vedesse. Con che faccia poi andava a trovare Luca in prigione se lo aveva fatto condannare lei? I realta' ha liberato Luca da suo zio. Serena e' una figura positiva: aveva su di se' le attese di tanti, ha saputo rinunciare alla comodita' di essere nella famiglia Bernasconi per scegliere l'autenticita' con Luca. Positiva anche la psicologa.
    Gli altri personaggi sono un misto di cinismo e ipocrisia, maschere....

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