Con
un incontro pubblico presso il cinema Mignon giovedì 30 ottobre è
iniziata la rassegna cinematografica promossa da Diocesi e Azione
Cattolica di Mantova avente a tema la speranza.
Nell’introdurre
l’evento Enzo Riccò ha ricordato la sfida intrapresa dall’Azione
Cattolica già 25 anni fa che proponeva, nella stessa sala del
Mignon, una serie di film per approfondire la riflessione e il
confronto su temi non solo religiosi ma anche legati al vivere.
Dopo
lo scorso anno dedicato, in linea con la Chiesa universale, alla
fede, quest’anno si è scelto il tema della speranza sia per
sottolineare la necessità di dare visibilità e slancio alle
situazioni dove, rispetto al disorientamento, prevale lo sforzo e la
determinazione della ricerca di senso, sia una visione del futuro che
vince la tentazione diffusa di vederlo solo negativo, con paura e
angoscia.
Il
dott. Luciano Orsi, direttore della struttura ospedaliera di cure
palliative, e mons. Paolo Gibelli, parroco e vicario pastorale per i
rapporti col territorio, hanno offerto un loro breve e incisivo
contributo.
Il
pensiero di filosofi e persone di fede ha in comune un aspetto
centrale: la speranza – virtù in se stessa difficile da vivere e
dimostrare - è un valore per tutti gli uomini e le donne che vivono
usando sia la testa che il cuore.
Il
pensiero del medico, agnostico, è la constatazione che la speranza
esiste e si concretizza nella trasmissione di valori legati alla
convivenza: infatti essi hanno senso e significato indipendentemente
dal contesto e dal patrimonio culturale di ciascuno. Due le
conseguenze sottolineate: riscontrare che nell’animo umano vi è la
tensione di lasciare il mondo migliore di come lo si è trovato;
l’essere tolleranti con il pensiero e l’etica altrui porta ad un
confronto che infonde energia, ricchezza e vivacità (anche se al
costo di fatica, dubbio, incertezza …).
Il
sacerdote mette in risalto il tema come sfida per la Chiesa e per i
credenti nei tempi in cui viviamo. Ripercorrendo la vita e la
testimonianza dell’ebrea Etty Hillesum, del protestante Bonhoeffer,
dell’ortodosso Silvano dell’Atos si rende evidente che anche
nelle situazioni più buie e negli inferni del nostro tempo è
possibile sperare e portare speranza.
Anche
la Sacra Scrittura riporta varie situazioni di perdita di libertà e
di speranza: nel momento della Resurrezione di Gesù, dopo la sua
morte e la desolazione della tomba vuota in cui si fa lutto anche
delle nostre “speranze piccole”, nasce la Speranza nuova, che
muta il pianto in sorriso.
Il
numeroso pubblico ha infine potuto gustare un film in anteprima, in
uscita nelle sale a metà novembre: “Sarà un paese” di Nicola
Campiotti. Lo sguardo sorridente e curioso di un bambino di 9 anni
indaga varie località e situazioni problematiche dell’Italia.
Avvenimenti, cultura, natura, esempi concreti di passione e impegno
personale e civile lo convincono della bellezza di crescere nel
nostro paese.
La
rassegna cinematografica prosegue con altre 7 pellicole in
programmazione nelle giornate di martedì (dal 4 novembre al 16
dicembre) alle ore 18 e alle ore 21 con tessera al costo di € 20
(ingresso singolo € 7).
Il
film previsto per il 9 dicembre “E fu sera e fu mattina” di E.
Caruso sarà introdotto dall’intervento del vescovo Roberto “Crisi
e nuovi segni di speranza nel nostro tempo” (ore 20,30).
Lo
spazio del confronto, oltre alla piazzetta antistante il cinema, si
estende grazie al blog appositamente aperto:
http://tempinuovidisperanza.blogspot.it/
(cui si può accedere anche dal sito dell’Azione Cattolica di
Mantova) è possibile trovare anticipazioni, commenti e postare i
propri pensieri dopo la visione.
(Cecilia
Gavioli)
mi e' piaciuto tanto. Mi intriga soprattutto serena e la sua scelta di scrivere sul suo pc la soluzione del caso. Ha fatto in modo che il padre la vedesse. Con che faccia poi andava a trovare Luca in prigione se lo aveva fatto condannare lei? I realta' ha liberato Luca da suo zio. Serena e' una figura positiva: aveva su di se' le attese di tanti, ha saputo rinunciare alla comodita' di essere nella famiglia Bernasconi per scegliere l'autenticita' con Luca. Positiva anche la psicologa.
RispondiEliminaGli altri personaggi sono un misto di cinismo e ipocrisia, maschere....
mi e' piaciuto tanto. Mi intriga soprattutto serena e la sua scelta di scrivere sul suo pc la soluzione del caso. Ha fatto in modo che il padre la vedesse. Con che faccia poi andava a trovare Luca in prigione se lo aveva fatto condannare lei? I realta' ha liberato Luca da suo zio. Serena e' una figura positiva: aveva su di se' le attese di tanti, ha saputo rinunciare alla comodita' di essere nella famiglia Bernasconi per scegliere l'autenticita' con Luca. Positiva anche la psicologa.
RispondiEliminaGli altri personaggi sono un misto di cinismo e ipocrisia, maschere....