"Grand Budapest Hotel"

di Wes Anderson. Con Ralph Fiennes, Adrien Brody, Léa Seydoux. UK 2014. 100’


Sullo sfondo dell’omicidio di una nobile dama e del furto di un dipinto di inestimabile valore, si svolgono le disavventure di Gustave H, perfetto concierge in un lussuoso albergo, e dell’amicizia che lo lega al giovane fattorino che diventerà suo protetto e amico più fidato. Un capolavoro di fantasia che, con uno stile vivace e surreale, ritrae un secolo di storia e di Europa decadente e affascinante inventando cinema a ogni cambio di scena.

MARTEDì 19 NOVEMBRE 2014

2 commenti:

  1. Un film strano, divertente. Mi è piaciuta la fotografia con colori vivaci e quasi sfacciati. Mi è piaciuta anche la simpatia dei personaggi, ho trovato.... speranza.... di potercela fare senza paure.

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  2. Ciao a tutti,
    film originale, sorprendente e fiabesco, un diverso stile per affrontare il tema della speranza. E’ stato molto gradevole e ripensandoci nel corso della giornata anche molto profondo in alcuni punti. Il primo è senza dubbio la magnifica relazione di amicizia e affiliazione che si crea tra Gustave e Zero; una relazione di solidarietà e complicità che supera le barriere geografiche, culturali e di status. Bellissimo il dialogo in cui Gustave riconosce con rammarico di non aver compreso quanto Zero avesse sofferto nel fuggire dal suo paese a causa della guerra. Alla fine in nome di questa amicizia Gustave, per proteggere Zero, di fatto, sacrifica la sua vita opponendosi alla violenza di una grottesca dittatura che ricorda le guerre e i totalitarismi del secolo sorso. Un altro punto che mi ha colpito è il senso di dedizione che entrambi i protagonisti mostrano per questo grandioso Hotel che forse rappresenta l’eredità di un passato che contiene e perpetua nella storia i destini dei singoli, una sorta di casa comune in cui ognuno dovrebbe, come dice ad un certo punto lo stesso Gustave, "essere lì per una vocazione”.

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